Desiderio diventato realtà

Il desiderio di partire per l’ Africa è nato circa 15 anni fa quando Sabrina, nostra figlia, è salita al cielo. Tramite il nostro parroco, Don Giuseppe, abbiamo conosciuto Matilde, allora missionaria ad Archer’s Post (Kenya) e, a ricordo di Sabrina, abbiamo sostenuto la ristrutturazione della sala parto e la costruzione della veranda esterna del piccolo ospedale di cui lei era responsabile.
Da allora il nostro impegno di aiuto e solidarietà con i più poveri non si è più fermato. Ancora oggi, tramite il contributo di alcune famiglie e i ricavati dei mercatini fatti con lavori di ricamo, uncinetto, maglieria, realizzati dalle donne della nostra parrocchia, sosteniamo adozioni e progetti che ci vengono indicati nelle missioni di Archer’s Post (Kenya), Lunzu (Malawi) e Kasurno (Tanzania).
Quest’ anno il desiderio di andare a conoscere il mondo missionario si è concretizzato. Il 12 febbraio 2011, con grande gioia ed entusiasmo, siamo partiti da Roma verso il Malawi. Siamo atterrati a Lilongwe, la capitale, dove ci attendeva Anna con alcuni suoi ragazzi. Dopo 320 Km di paesaggi meravigliosi e scene di vita del tutto inaspettate, siamo arrivati nella missione di Lunzu dove Anna e Germana ci hanno accolto nella loro casa come se fossimo un’ unica famiglia.
Durante la nostra permanenza abbiamo visitato varie realtà dove Anna svolge il suo servizio missionario. Ci sono stati momenti molto forti come, ad esempio, le visite ai luoghi di detenzione e, tra questi, due carceri minorili dove sono rinchiusi ragazzi dai 14 ai 22 anni. Per noi è stata la prima visita ad un carcere e ci ha colpito molto il fatto pensando che molti ragazzi detenuti si trovano in carcere per furti di poco valore, spesso compiuti per sopravvivere, e altri sono dentro, pur essendo innocenti, per mancanza di assistenza legale.
E’ stata una gioia grande aver visto la liberazione di due detenuti del carcere di massima sicurezza di Zomba di cui uno gravemente malato da tempo e da più di due anni in attesa di processo. Alcuni attendono in carcere anche 5-6 anni prima del processo se non hanno soldi per pagare un avvocato. In noi è rimasto impresso più di tutto lo sguardo di speranza dei detenuti gravemente malati e sieropositivi. Abbiamo consegnato ad uno ad uno una misura di farina di soia, arricchita di proteine, due pomodori, due uova, cinque pesci secchi, un misurino di olio di semi, un chilo di zucchero, sapone e un idratante per la pelle. Altro momento indimenticabile è stata la consegna delle scarpe da calcio alla squadra dei detenuti di Tyolo. La gioia sprizzava dai loro occhi mentre si mettevano calzettoni e scarpe.
Poi la premiazione ai vincitori del torneo di calcio di Chichiri che quel giorno ospitava 1857 detenuti. Non mancava la tifoseria per le due squadre arrivate in finale. In nostro onore hanno eseguito danze tradizionali con maschere che fanno parte della cultura del Malawi. Anche qui distribuzione del cibo ad oltre 200 detenuti sieropositivi e visita ai malati più gravi nell’infermeria fatta costruire da Anna con il contributo della CEI. Qui i detenuti ricevono cure e cibo adatto, ricco di proteine, mentre per tutti gli altri c’è solo un pasto al giorno a base di polenta e legumi bolliti.
A Lunzu abbiamo preso parte ad un incontro con una sessantina di capi villaggio ai quali abbiamo fatto presente l’importanza del lavoro che Anna sta svolgendo nell’ambito delle scuole materne rurali e l’educazione dei bambini. Abbiamo visitato degli asili sparsi nei villaggi sperduti in mezzo alle coltivazioni di granoturco. Alcuni asili sono sotto gli alberi, altri sono in mattoni rossi fatti costruire sa “sister Anna”. Così la chiamano gli oltre 2500 bambini che lei assiste e ai quali assicura un pasto giornaliero a base di semolino preparato con una miscela speciale di farina di soia e granoturco, arricchita di vitamine, Sali minerali e zucchero.
Molti di questi bambini sono orfani a motivo del flagello dell’ AIDS. Che emozione vedere i bambini correrci incontro per accoglierci con gioia, i loro sorrisi ed occhi vivaci sembravano volerci dire mille cose mentre davamo loro qualche caramella e il numero dei bimbi continuava ad aumentare.
E’ stato commovente consegnare ai bambini dell’asilo alcune macchinine, bamboline, i banchi colorati e lo scivolo fatto dai ragazzi della cooperativa per il reinserimento lavorativo dei carcerati che la missionaria segue con amore e dedizione. Questi ragazzi, pieni di speranza ed orgogliosi, svolgono lavori di edilizia, falegnameria, saldature, sartoria, maglieria, ecc. …. E’ una piccola impresa sul territorio che dà lavoro ad una quarantina o più operai. L’ esperienza vissuta è stata per noi motivo di crescita.
Il Malawi (che vuol dire Fiamme di Fuoco) ci è rimasto impresso nella mente per i suoi colori, in particolare: il rosso della terra che ricorda l’amore di Dio; il verde delle coltivazioni di granoturco e di tè, che richiama la speranza; l’immenso azzurro del lago e del cielo, con i meravigliosi tramonti che parlano di luce. Nei nostri cuori porteremo sempre tutta la gente che abbiamo visto e conosciuto, nella convinzione che i poveri sono i più vicini a Dio.

Mara e Roberto Campi