“Amai achifundo”, è il titolo che mi danno i carcerati qui in Malawi, e che possiamo tradurre con “mamma misericordiosa, compassionevole, amorosa”. Ovviamente è un titolo che scaturisce da quello che faccio per loro, ma per me è motivo di valutazione del mio operare all’interno delle carceri e di revisione dei miei atteggiamenti affinché quanto mi viene detto, con gioia e gratitudine dai carcerati, corrisponda alla realtà e sia nella linea della manifestazione della misericordia del Padre verso tutti i suoi figli. C’è bisogno di revisione perché nella fatica e talvolta nello stress di aiutare in situazioni di grande miseria, fisica e morale, si corre il pericolo di non vedere il volto di Gesù in quei fratelli che ti assillano e ti fanno perdere la pazienza.

Una delle giornate più pesanti è quella della visita al carcere di massima sicurezza di Zomba insieme altre due carceri più piccole di cui una per ragazzi.
I primi ad essere serviti sono gli oltre 450 detenuti sieropositivi e tubercolotici per i quali abbiamo un progetto nutrizionale mensile. Ogni volta si cerca di migliorare i metodi per la distribuzione, ma sempre c’è da combattere con gli infiltrati, con chi cerca di ricevere due volte, con chi viene con il cartellino di uno che è già uscito. Se non si è esigenti si finisce per dare a chi non è nella lista e rimandare a vuoto i malati. E’ una gioia vedere che i sieropositivi veramente emaciati sono pochissimi in confronto al passato. Ai più debilitati diamo sempre qualcosa in più per vedere che si riprendano in fretta.
Abbiamo un secondo gruppo che fa veramente spezzare il cuore. Non sono nella lista dei malati, ma molti di loro hanno problemi mentali, o sono anziani oppure hanno perso ogni senso di cura e dignità. Un pezzo di sapone, un paio di pesci secchi una scodella di farina speciale fa sbocciare dei sorrisi stupendi su volti quasi spenti. Parecchi hanno cambiato aspetto nel giro di qualche mese con il poco che possiamo dare. Questi sono i più miserabili del carcere.
Sempre facciamo visita ai condannati a morte attraversando il cortile superiore del carcere dove mi seguono uno stuolo di carcerati per presentare i loro problemi. E lì ti senti veramente incapace di venir incontro sia pur minimamente. Per i 30 detenuti nel braccio della morte siamo si soli esterni a poterli visitare e ci attendono come loro familiari. Oltre al sapone, zucchero, pesce secco portiamo una parola di incoraggiamento e di speranza. Ora che due di loro hanno avuto la sentenza mutata in 24 anni dopo la revisione del processo, c’è un clima di maggior attesa e speranza per chi ancora non ha avuto la fortuna della revisione.
Alle donne facciamo sempre una visita breve a motivo del tempo. Sicuramente stanno meglio degli uomini anche a motivo del numero molto limitato. Ogni tanto persone di buona volontà portano aiuti vari facili da reperire per una trentina di donne rispetto ai 2.200 o più uomini.
Ultima tappa di Zomba è il reparto per carcerati all’interno dell’ospedale governativo, proprio di fronte alla prigione. Anche qui le necessità sono molte e le nostre risorse limitate, quindi diamo il nostro aiuto con una parola di conforto. A volte ci sono detenuti molto gravi ed è una grande pena vederli senza nessun familiare vicino. Se fossimo più vicini qualcosa di più potremmo fare, ma la distanza ce lo impedisce. La legislazione del Malawi non prevede la scarcerazione in caso di malattia grave. Si può comunque trovare una via da seguire quando si riesce ad avere possibilità di un avvocato.
Poi, quando si prosegue per Mikuyu, dove ci sono le altre due prigioni, sono sempre superate le 14 e quindi bisogna correre perché i detenuti vengono rinchiusi verso le 16. Come arriva la macchina nel carcere giovanile si cominciano a sentire le urla dei ragazzi mentre si radunano tutti nel cortile. Iniziamo ovunque con una preghiera e poi si passa alla distribuzione. C’è sempre un pezzo di sapone a dello zucchero. Di tanto in tanto anche del pesce secco. Anche tra i ragazzi ci sono i sieropositivi quindi si radunano da soli per ricevere un supplemento di generi alimentari. Non mancano mai ragazzi che hanno il corpo tutto pieno di piaghe e per loro offriamo medicamenti adatti e antibiotici.
Vale la pena faticare per portare gioia, speranza, fiducia in tanti fratelli lasciate spesso soli anche dalle loro famiglie. La nostra presenza è segno tangibile dell’amore di Dio per loro.